giovedì 6 marzo 2008

Restando in tema di abusi: LE CAVE


Riporto di seguito un'accorato appello inviato già da qualche mese al sindaco di Lecco da un giovane Germanedese. Come spesso accade, a tale appello, non è seguito alcun riscontro dai piani alti dell'amministrazione cittadina. Ogni giorno che passa mi convinco sempre di più che il nostro essere cittadini acquista un valore solo quando coincide con l'essere elettori. Ringrazio Leccoprovincia.it per averlo riportato.


Pubblicando questo intervento non voglio distogliere l'attenzione dal tema caldo del momento, e cioè del mostro che sorgerà sull'area Pagani, ma evidenziare come la nostra zona sia continuamente oggetto di malsane attenzioni, mirate alla speculazione, anche quando ci sono di mezzo le bellezze naturalistiche che fanno corona alla nostra città.


Per finire vorrei segnalare l'ottima pagina apparsa oggi sulla Provincia di Lecco, che analizza con intelligenza la grave situazione in cui l'intera nostra città si trova. Spero di riuscire a pubblicare l'intero articolo entro domani.


Non mi resta che auguravi BUONA LETTURA.
Beppe

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Gent. Sindaco Dott.sa Antonella Faggi,
Sono Davide Bernasconi, un ragazzo di diciotto anni residente a Germanedo, la interpello per porle un problema che affligge moralmente me e i miei compaesani e che soprattutto affligge fisicamente il nostro angolo di paradiso che gelosamente è caro al nostro rione, il territorio di montagna compreso tra il monte Magnodeno e il rione di Germanedo, nel quale sono situate le località rurali di Neguggio e Campo dei Boi. La mia è un' implorazione, un grido disperato che rivolgo a lei e ai suoi collaboratori per far cessare il costante, e spregiudicato abuso delle cave, che poco a poco stando conquistando tutti gli appezzamenti di terreni. Le parlo da arrampicatore, alpinista e principalmente amante della montagna, le parlo da cittadino a cui sta a cuore la natura e l'ambiente, le parlo rimembrando i vecchi ricordi della mia infanzia quando Io da piccolo in questi luoghi ci andavo a giocare, c'erano un fiume, le piante, un luogo ideale per inventare avventure memorabili e imprese eroiche. Ora c’è solo interesse economico, speculazione, sfregio paesaggistico. I torrenti non esistono più, la cava, lo scavo del metanodotto e della galleria che porta in Valsassina hanno troncato di netto le falde acquifere che rendevano rigogliosi e pieni di vita i boschi. I rumori delle ruspe, dei camion, e lo sparo indiscriminato delle mine, hanno reso un luogo di silenzio e di pace in una clamorosa zona in cui i rumori sono assordanti e perpetui. Ormai sotto alcuni aspetti non si è più in grado di rimediare, ma la prego con tutto il cuore di salvare il salvabile, in modo da conservare la naturalezza e la ruralità della zona sopra citata. Sono già troppe le parole spese per questo argomento, è ora di agire e rendersi conto che la città di Lecco non è solo piazza Garibaldi e piazza XX Settembre. Come negli ultimi tempi si vede un animato confronto di idee sulla realizzazione del porto delle Caviate è opportuno anche voltare lo sguardo verso il patrimonio montano che ha reso lecco celebre sia per motivi letterari (vedi I promessi sposi di A. Manzoni e A. Stoppani con i suoi studi del nostro territorio) che per quelli sportivi con l’alto livello dell’escursionismo e dell'alpinismo. Ringraziandola vivamente per il tempo dedicato al mio appello e scusandomi per il tono in alcuni punti un po’ presuntuoso, le porgo i miei più distinti saluti. Confido in lei e nella sua più totale comprensione.
Davide Bernasconi

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