venerdì 7 marzo 2008

Dal quotidiano La Provincia di Lecco


Come anticipato, riportiamo il bell'articolo di Maura Galli, apparso sull'edizione de La Provincia di ieri. Il quotidiano lecchese si è dimostrato da tempo sensibile agli argomenti che ci stanno a cuore. Ringraziamo dunque la redazione per aver tenuto alto il clamore sull'incresciosa politica urbanistica di questa amministrazione.


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Case su case: l'allegro cantiere città di Lecco Cadono le barriere edilizie in viale Montegrappa e molti lecchesi sgomenti davanti ai palazzoni dicono «aridatece la Sae» Piccoli e grandi interventi crescono: non solo la Pagani, ma ex Berera, ex Trabattoni. Via le industrie e via anche i cinema




C'è qualcuno che adesso con il senno di poi dice perfino "aridatece la Sae": rivogliamo indietro la Lecco grigia e operosa, un po' cupa, degli anni '70, quando c'erano le ciminiere al posto dei casermoni, quando i muri alti proteggevano le grandi fabbriche. Caduti quei muri e caduti da poco quelli di cantiere che occultavano un filo i lavori in corso, c'è un nuovo pezzo di Lecco che si mostra in tutta la sua irrimediabile grandeur: in viale Montegrappa ora ti si parano davanti senza schermo i cinque o sei palazzoni venuti su di fianco, di sghimbescio, perpendicolari l'uno all'altro con davanti una spianata desolata. Il mondo di Gulliver «Dove, però, il progetto prevede il passaggio a vista del torrente Caldone, oggi sotterraneo. Verde e fiume lì davanti, a ingentilire la zona. Ma ci tengo a dire che quello è un progetto vecchissimo, ha vent'anni almeno, mai nessuno ha sollevato la questione come oggi accade invece per l'area Pagani, e se tutti hanno da ridire, beh, bisognava pensarci prima: non c'è più niente da fare». Il consigliere del Consiglio di zona 4 Angelo Sala si ricorda di quando suo padre lavorava in Sae: «Certo, non erano peggio capannoni - dice -. Almeno ci lavoravano 1.500 persone». Invece oggi al posto del fabbricone ecco quelle che Italia Nostra descrive come case-torta fuori scala, gialle, con il tetto spiovente. I lecchesi guardano il mondo dei giganti di Gulliver in viale Montegrappa e stupiscono, costernati. Del resto la stroncatura del presidente della sezione lecchese dell'associazione, Domenico Palezzato, era stata senza appello: «In stile anni '70, vecchia scuola, ripropongono un concetto di spazio urbano che oggi, sfogliando una qualsiasi rivista di architettura, si intuisce che è tramontato da un pezzo. E noi che dobbiamo costruire case per dopodomani - perché si costruisce sempre guardando al futuro - ecco che invece ci dobbiamo accontentare dei criteri e dei concetti di quarant'anni fa». La città dormitorio Alla cartolina della Lecco industriale succede la cartolina della Lecco residenziale. Che rischia però di trasformarsi in una città dormitorio, come ha più volte messo in guardia il presidente dell'ordine degli architetti, Ferruccio Favaron. Un dormitorio, per di più, che rischia anche di restare mezzo vuoto. Ma cosa fatta capo ha e tante cose che sono state decise e approvate da qualche anno stanno per riempire i buchi degli ultimi scampoli delle ex aree industriali. Come il complesso dei caseggiati popolari per 190 appartamenti nell'ex area Pagani contro i quali si è mobilitata la gente di Germanedo che per la prima volta ha partecipato in massa all'assemblea del Consiglio di zona di solito sistematicamente disertata. «Però il parere negativo del Cdz è solo consultivo», osserva l'assessore all'urbanistica Dario Pesenti che aggiunge: «Il Piano regolatore prevede certi interventi e noi non possiamo negare dei diritti. Quello che possiamo fare in fase di istruttoria è cercare di contenere i volumi. Anche se i grandi interventi sono ormai completati, adesso c'è qualche integrazione qua e là che in una città come la nostra non mi sembra sovradimensionato». Venticinque metri Fatto sta che in corso Promessi Sposi, proprio sotto la cosiddetta circonvallazione alta, dall'ospedale a San Giovanni, dove le grandi operazioni di riconversione dell'industria in residenza qui più che altrove hanno rovesciato la città come un guanto, sono due i buchi che aspettano di essere riemepiti. Subito dopo la questura, salendo verso i contenitori del Pirellino, dell'Iperal e il grattacielo disegnati da Gregotti (che poi ha preso le distanze dal risultato) c'è l'area ex Trabattoni: dopo i lavori di bonfica dell'Asl ora in corso, il piano il lottizzazione già passato in commissione urbanistica farà spuntare un edificio di venticinque metri, sette o otto piani per cinquanta appartamenti, con due piani interrati di parcheggio. Manca ancora però la firma della convenzione. Appartamenti a go go Sempre in zona c'è l'ex metallurgica Berera: giace in Comune la richiesta di permesso per costruire, anche lì, un bel po' di appartamenti. Il Piano regolatore in questo caso non richiede neppure il passaggio del piano attuativo che tira in ballo il Consiglio comunale per il via libera e che obbliga, in cambio dell'edificazione, a una contropartita in verde o parcheggi pubblici: è una delle tante richieste semplici di edificazione confuse tra le 1.500/1.800 pratiche all'anno - dalla domanda di cambio serramenti alla proposta di un condominiotto familiare - che passano sui tavoli degli uffici comunali. Il colosso di Castello Di piani attuativi più o meno grandi in attesa di valutazione e di giudizio, invece, ce ne sono dodici o tredici depositati in Comune. Come quello di Castello, in via Solferino, nel fazzoletto verde dell'ex villa Pazzini. Niente di certo, ancora nessuna richiesta è stata ufficialmente presentata, anche se gli abitanti del rione sono già in allarme e sul piede di guerra. Perché lo scopo è di fare anche lì quello che in Comune viene definito un «intervento importante»: lo spazio è poco ma un edificio alto alto è in grado di soddisfare la fame insaziabile di appartamenti da costruire. Da vendere e da abitare, però, chissà. Case su case per decine di centinaia di nuove famiglie. La grande Lecco cresce a dismisura e consuma in abitazioni anche gli spazi prima destinati a divertirsi: addio cinema, come sappiamo. Il capoluogo di provincia resterà senza sale perché al posto del Marconi, del Nuovo e del Mignon tante famiglie avranno l'opportunità di abitare in centro. Parcheggi in viale Dante e dodici appartamenti più negozi e annessi parcheggi in viale della Costituzione e via Caprera.


Maura Galli

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