Non mi stupirebbe svegliarmi domattina e vedere l'area del'ex scatolificio Pagani, occupata dalle ruspe. Quando si tratta di nuove colate di cemento, d'un tratto, l'Italia si fa efficientissima.
Sì, perchè siamo in Italia, nel BEL PAESE. E' singolare che questa definizione così famosa in tutto lo stivale, sia stata coniata proprio da un nostro esimio concittadino. Cosa direbbe l'Abate Stoppani, qui, oggi, di fronte all'ennesimo scempio, di fronte alla città venduta, per trenta denari, al gioco dei partiti e dei costruttori (quando le due cose non coincidono, come è sembrato emergere dal dibattito di ieri sera in consiglio comunale).
E' il giorno del rammarico, dell'amarezza e della delusione. Hanno perso tutti. La città, che coverà in seno un altro mostro, il rione che pagherà ancora dazio, la politica che ha perso un'altra ottima occasione per dimostrare di essere al servizio dei cittadini, al di là dei giochi di partito.
Ha perso soprattutto la gente.
Quella che c'era, fino ad ora tarda, ieri sera, in municipio; che c'è sempre stata e si è impegnata coi mezzi di cui disponeva, affrontando una lotta ìmpari, a dir poco donquichottesca.
Ma ancor di più ha perso chi non c'era. Chi ancora una volta ha lasciato che altri scegliessero per lui. Chi non si è scomodato ed è rimasto appeso alla solita poltrona, di fronte alla solita abbacinante miseria televisiva, incapace di scrollarsi di dosso la rassegnazione cui, giorno dopo giorno, vogliono abituarci.
Dov'era Germanedo mentre qualcuno, lontano poche centinaia di metri in linea d'area, ma anni luce dalla sua realtà quotidiana, ne sfigurava volto e identità?
Ancora una volta hanno prevalso gli interessi di pochi ricchi (e, per cortesia, non mi si tacci di essere retorico o "comunista") e le logiche dei politicantucoli locali che giocano a fare i grandi sulla pelle dei loro concittadini.
Zamperini, Boscagli, Romeo... sono stomacato al solo pensiero dei loro giri di parole, dei loro sofismi atti solo a compiacere qualche ricco mercante e a tenere il proprio fondoschiena ben attaccato al cadreghino.
Se dovessi cedere allo stato d'animo che aleggia, quest'oggi, direi che tra qualche anno saremo ancora qua, con la stessa gente seduta sulle stesse poltrone, a lamentarci perchè, quelli che abbiamo votato ed eletto, svendono le nostre vite per interessi a noi oscuri.
Ma ho il vizio di sognare, e oso farlo anche quest'oggi. Mandiamoli a casa, questi signori, non appena ne avremo l'occasione. Riprendiamoci la nostra vita, la nostra città. Rimbocchiamoci le maniche e diventiamone protagonisti, e smettiamola, una buona volta, di dire che, tanto, non cambierà niente!
Giuseppe Bernasconi - Comitato ViviAmo Germanedo